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"Finalmente posso consegnare nelle mani del lettore il piccolo libro da lungo tempo promesso sui racconti dell'infanzia di Gesù. Non si tratta di un terzo volume, ma di una specie di piccola "sala d'ingresso" ai due precedenti volumi sulla figura e sul messaggio di Gesù di Nazaret. Qui ho ora cercato di interpretare, in dialogo con esegeti del passato e del presente, ciò che Matteo e Luca raccontano, all'inizio dei loro Vangeli, sull'infanzia di Gesù. Un'interpretazione giusta, secondo la mia convinzione, richiede due passi. Da una parte, bisogna domandarsi che cosa intendevano dire con il loro testo i rispettivi autori, nel loro momento storico - è la componente storica dell'esegesi. Ma non basta lasciare il testo nel passato, archiviandolo così tra le cose accadute tempo fa. La seconda domanda del giusto esegeta deve essere: è vero ciò che è stato detto? Riguarda me? E se mi riguarda, in che modo? Di fronte a un testo come quello biblico, il cui ultimo e più profondo autore, secondo la nostra fede, è Dio stesso, la domanda circa il rapporto del passato con il presente fa immancabilmente parte della stessa interpretazione. Con ciò la serietà della ricerca storica non viene diminuita, ma aumentata. Mi sono dato premura di entrare in questo senso in dialogo con i testi. Con ciò sono ben consapevole che questo colloquio nell'intreccio tra passato, presente e futuro non potrà mai essere compiuto e che ogni interpretazione resta indietro rispetto alla grandezza del testo biblico." (Benedetto XVI)
Il nuovo libro di Benedetto XVI
L'Infanzia di Gesù completa l'opera capitale del Gesù di Nazareth
Semplice nel linguaggio, rigoroso e coraggioso nell'esposizione, l’Infanzia di Gesù è il nuovo atteso libro che completa l’opera capitale di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, universalmente conosciuta come Gesù di Nazaret. In questo volume, destinato a suscitare dibattito e a rilanciare la discussione teologica, l’Autore analizza i testi dei Vangeli e invita il lettore a porsi domande cruciali. Sono le domande con le quali si apre il libro, che rimandano a quella di Pilato: “Tu, da dove vieni?”. La domanda che accompagna la storia dell’uomo di ogni generazione, la stessa che si fecero i sapienti d’oriente, i Magi filosofi e scrutatori di stelle, che tanta parte hanno nel rappresentare l’inquietudine del cuore umano in cerca di quella verità che sola conduce alla gioia profonda. Nei Vangeli dell’infanzia, Joseph Ratzinger-Benedetto XVI individua, descrivendola mirabilmente, la radice teologica della gioia e ci porta a scoprire come il Vangelo non è una storia del passato, ma appartiene al presente e all’uomo contemporaneo. E mentre l’Autore introduce il lettore alle pagine evangeliche dell’Annuncio a Maria, della Nascita o della visita dei Magi che contemplano il Bambino e sua madre, ecco che si arriva al presente: l’esegesi di quelle pagine porta all’oggi. Oggi ci troviamo con i Magi davanti al Bambino e a sua madre, oggi ci interroghiamo sul senso di quell’incontro e ci chiediamo come una donna possa dire di sì a Dio fidandosi totalmente di Lui. Nell’imminenza del Natale, l'Infanzia di Gesù è il racconto della gioia che, con la Natività, si rivela nella povertà di una grotta. È, per chi crede, uno stimolo a conoscere in profondità le ragioni della fede. Nello stesso tempo, Joseph Ratzinger-Benedetto XVI parla con amicizia a tutti coloro che, come i Magi, sono nell'inquietudine della ricerca e si domandano: “Gesù da dove viene?”.
BENEDETTO XVI
Joseph Ratzinger nasce a Marktl am Inn, in Germania, il 16 aprile del
1927. Suo padre, commissario di polizia, proviene da una famiglia di
agricoltori, sua madre è figlia di artigiani. Ratzinger trascorre
l’infanzia e l’adolescenza a Traunstein, un piccolo villaggio a pochi
chilometri dall’Austria. In un contesto difficile, condizionato dal
regime nazista, ha modo, come riportato sul sito del Vaticano, di
“scoprire la bellezza e la verità della fede in Cristo”. Al termine
delle ostilità, studia teologia presso la Scuola superiore di filosofia e
teologia di Frisinga e l’università di Monaco di Baviera. Il 29 giugno
1951 è ordinato sacerdote. Terminati gli studi, inizia a insegnare a
Bonn (1959-1963), Münster (1963-1966), Tubinga (1966- 1969) e
Ratisbona, dove diventa vicepresidente dell’Università. Nel 1972,
insieme a Hans Urs von Balthasar, Henri de Lubac e altri teologi, fonda
la rivista teologica “Communio. Il 25 marzo 1977 papa Paolo VI lo nomina
Arcivescovo di Monaco e Frisinga e il 27 giugno dello stesso anno lo
designa Cardinale. Il 25 novembre 1981 Giovanni Paolo II lo nomina
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Presidente
della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica
Internazionale. Dal 1986 al 1992 è Presidente della Commissione per la
preparazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Autore di numerose
pubblicazioni, è eletto Papa 19 aprile 2005 con il nome di Benedetto
XVI.
ESTRATTI DAL LIBRO "L'INFANZIA DI GESÙ"
Gesù è nato in un’epoca determinabile con precisione. All’inizio dell’attività pubblica di Gesù, Luca offre ancora una volta una datazione dettagliata ed accurata di quel momento storico: è il quindicesimo anno dell’impero di Tiberio Cesare; vengono inoltre menzionati il governatore romano di quell’anno e i tetrarchi della Galilea, dell’Iturea e della Traconìtide, come anche dell’Abilene, e poi i capi dei sacerdoti (cfr. Lc 3,1 s). Gesù non è nato e comparso in pubblico nell’imprecisato “una volta” del mito. Egli appartiene ad un tempo esattamente databile e ad un ambiente geografico esattamente indicato: l’universale e il concreto si toccano a vicenda. In Lui, il Logos, la Ragione creatrice di tutte le cose, è entrato nel mondo. Il Logos eterno si è fatto uomo, e di questo fa parte il contesto di luogo e tempo. La fede è legata a questa realtà concreta, anche se poi, in virtù della Risurrezione, lo spazio temporale e geografico viene superato e il “precedere in Galilea” (Mt 28,7) da parte del Signore introduce nella vastità aperta dell’intera umanità (cfr. Mt 28,16ss).
(Da pagina 36 del manoscritto)
Maria avvolse il bimbo in fasce. Senza alcun sentimentalismo, possiamo immaginare con quale amore Maria sarà andata incontro alla sua ora, avrà preparato la nascita del suo Figlio. La tradizione delle icone, in base alla teologia dei Padri, ha interpretato mangiatoia e fasce anche teologicamente. Il bimbo strettamente avvolto nelle fasce appare come un rimando anticipato all’ora della sua morte: Egli è fin dall’inizio l’Immolato, come vedremo ancora più dettagliatamente riflettendo sulla parola circa il primogenito. Così la mangiatoia veniva raffigurata come una sorta di altare.
Agostino ha interpretato il significato della mangiatoia con un pensiero che, in un primo momento, appare quasi sconveniente, ma, esaminato più attentamente, contiene invece una profonda verità. La mangiatoia è il luogo in cui gli animali trovano il loro nutrimento. Ora, però, giace nella mangiatoia Colui che ha indicato se stesso come il vero pane disceso dal cielo – come il vero nutrimento di cui l’uomo ha bisogno per il suo essere persona umana. È il nutrimento che dona all’uomo la vita vera, quella eterna. In questo modo, la mangiatoia diventa un rimando alla mensa di Dio a cui l’uomo è invitato, per ricevere il pane di Dio. Nella povertà della nascita di Gesù si delinea la grande realtà, in cui si attua in modo misterioso la redenzione degli uomini.
(Da pagina 38 del manoscritto)
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