“Nella mia generazione, ormai non tanto giovane, ricorre un interrogativo: ci dobbiamo considerare ultimi architetti del Novecento o primi del Duemila? Lo scenario che ci sta di fronte, mondializzato e globalizzato, sembra infatti del tutto sproporzionato rispetto ai concetti e agli strumenti che ci sono stati messi a disposizione, come abbastanza certi e sicuri,di adattarli e renderli incisivi rispetto a uno sviluppo (e non necessariamente progresso), che ci appare ancora in tutto fluido? In questo scenario diventerà possibile e credibile una ricerca progettuale orientata alla conoscenza, all’approfondimento della città e della sua articolazione in architettura, nonché ai raggi di reciproca influenza lungo i quali il tempo ha scambiato culture, a partire dal Mediterraneo fino al Movimento Moderno? Sarà possibile da questa conoscenza così orientata ricavare una contestualità , una tipizzazione e una figurazione dell’architettura in grado di instaurare un confronto autorevole e credibile ai diversi livelli di domanda che oggi pone la società internazionale? Componimenti giudiziosi, ovvero serendipità e ricerca in architettura: relazione sullo stato d’avanzamento della critica sulla composizione in architettura”.
Sul rapporto tra luogo, tema e forma in architettura. Alcune note per un breviario generazionale di composizione
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