Nel febbraio 1961, dopo la lettura di Giugno 1940, uno dei primi racconti di Alessandro Spina, Cristina Campo scriveva allo sconosciuto autore: “Mi è sembrata una cosa di qualità molto rara, come da tempo non mi accadeva di leggere. Molte cose mi hanno colpita di questo racconto […] soprattutto mi ha turbata quel fondo di grazia, di libertà e di orrore”. È l’inizio di una corrispondenza che, tramutatasi in amicizia, s’è protratta fino alla scomparsa di Cristina, ed è l’unica ad essersi conservata completa con le due voci. Lettere nelle quali si intrecciano giudizi sulla narrativa contemporanea, la scoperta della cultura araba, progetti comuni — la traduzione de La Città di Rame, dalle Mille e una notte -, ma soprattutto ad emergere è la funzione maieutica della Campo: ascolto e cura, intransigente, che accompagna la scrittura dell’amico. Quasi che nei saggi dell’una e nei racconti dell’altro risuonasse ancora il senso della parola “sprezzatura” quell’indifferenza per sé che è innanzitutto ospitalità intellettuale.
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| EAN | 9788837221850 |
|---|---|
| Collana | Il pellicano rosso. Nuova serie |
| Anno | 2007 |
| Argomento | Campo, Cristina oleria, Spina, Alessandro |
| Editore | MORCELLIANA |
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