La combinatoria, o matematica discreta, applicata alla produzione letteraria, era l’armamentario teorico dell’Oulipo (Ouvroir de Littérature Potentielle) di Raymond Queneau e Georges Perec, che trovavano nei vincoli grammaticali e strutturali una sfida e uno stimolo all’immaginazione. E Italo Calvino, sensibile anch’egli al fascino, discreto, della combinatoria applicava il principio della “molteplicità potenziale” alle sue produzioni mature. Ma la ‘constrainte’ più forte è quella dell’organizzazione deduttiva del discorso, applicata da Bourbaki per la nuova matematica. Da essa gli Oulipiani hanno imparato e realizzato in alcune creazioni sperimentali la tecnica di trasformare uno scritto matematico in uno letterario, come Henri Poincaré trasformava con un’interpretazione logica una figura geometrica euclidea in un modello della geometria non euclidea. In questo libro l’autore applica la stessa tecnica oulipiana, all’inverso, al saggio Cibernetica e fantasmi di Calvino trasformandolo in una riflessione di filosofia matematica, dove i teoremi sono narrazioni, l’inconscio li produce lavorando combinatorialmente sulle idee e i miti generano dimostrazioni.
Fascino discreto della matematica. Calvino, l’Oulipo e Bourbaki (Il)
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