Nello scenario dell’attuale crisi mondiale hanno ripreso vigore, nel dibattito sull’economia e le sue incognite, posizioni di matrice “keynesiana” che contestano l’austerità imposta al continente dalle istituzioni europee. Ha così assunto un nuovo interesse la vecchia idea di “programmazione economica” fino a un certo momento del tutto screditata dal neoliberismo trionfante e antistatalista. Confrontando i tentativi di programmazione realizzati o proposti in Italia e nel Cantone Ticino nel corso degli anni Sessanta, e interrogandosi sull’impatto avuto dall’orientamento pianificatore e dall’intervento dello Stato nella regolazione del sistema economico, i diversi interventi del volume cercano di stabilire una connessione tra i dubbi di oggi e i quesiti di allora. Nella convinzione che la soluzione tanto agognata ad una recessione che sembra non voler finire si nasconda, come sempre, nella capacità degli uomini di produrre pensiero. Prefazione di Giulio Sapelli.
Italia e Canton Ticino anni sessanta. La programmazione economica
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