Per gran parte del XX secolo, l’Europa è stata perseguitata da una minaccia scaturita dalla propria immaginazione: il bolscevismo giudaico. Questo mito – che riteneva il comunismo un complotto ebraico volto a distruggere le nazioni d’Europa – era una fantasia paranoica, eppure i timori di una cospirazione giudaico-bolscevica si affermarono dopo la Rivoluzione russa e si diffusero in tutta Europa. E durante la Seconda guerra mondiale tali paure contribuirono a seminare la morte, l’odio e l’orrore. Il racconto di Paul Hanebrink inizia con i movimenti controrivoluzionari che turbavano l’Europa alla fine della Prima guerra mondiale. Fascisti, nazisti, cristiani conservatori e molti altri europei, terrorizzati dal comunismo, immaginavano i bolscevichi ebrei come nemici sul punto di varcare i confini per sovvertire l’ordine dall’interno con le loro idee devastanti. Negli anni che seguirono, il bolscevismo giudaico fu un’arma politica potente e facile da usare. Dopo l’Olocausto, quello spettro, lungi dal morire, semplicemente si modificò, diventando uno dei componenti della guerra fredda. Dopo un’ennesima trasformazione, persiste ancora oggi su entrambe le sponde dell’Atlantico nella politica tossica del nazionalismo di destra rivitalizzato.
Spettro si aggira per l’Europa. Il mito del bolscevismo giudaico (Uno)
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| EAN | 9788806242435 |
|---|---|
| Collana | Biblioteca Einaudi |
| Anno | 2019 |
| Argomento | Bolscevismo e, Ebrei-Storia, Europa-Storia |
| Editore | EINAUDI |
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