Questo agevole volume non ricostruisce nel dettaglio i lavori del congresso socialista di Livorno (15-21 gennaio 1921), né contiene originali interpretazioni sul significato storico della scissione comunista. Il suo oggetto, infatti, sono gli spazi concreti in cui quegli avvenimenti si consumarono: la città labronica e due dei suoi maggiori teatri, il Goldoni e il San Marco. È dunque ripercorsa, su fonti di prima mano, la storia pregressa dell’uno e dell’altro, dall’edificazione ottocentesca fino alle requisizioni legate alla Grande Guerra, con particolare attenzione ai passaggi di proprietà e alle modalità di gestione; viene chiarito come il Partito socialista italiano, dopo avere accarezzato altre ipotesi in altre città toscane, fosse giunto a individuare il Goldoni – da riaprire, dopo gli usi bellici, proprio per l’occasione – come sede del XVII Congresso nazionale, e come altri locali di Livorno, tra cui il teatro San Marco, fossero messi a disposizione delle varie mozioni; si cerca di spremere al massimo le scarsissime fonti – nessuna visiva – relative al rapido congresso comunista al San Marco, venerdì 21 gennaio 1921, dal quale la stampa non comunista fu esclusa e sul quale Umberto Terracini, uno dei pochi che ne abbia scritto il ricordo, darà un’immagine romantica ma non del tutto veridica.
Teatri della scissione. Livorno, il Goldoni e il San Marco
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