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Dopo sessant'anni di vita sacerdotale, e oltre venticinque di attività come esorcista, padre Gabriele Amorth consegna alle stampe il suo testo definitivo, un testamento umano e spirituale di enorme ricchezza e di grande libertà. Una confessione che spazia dal tema del Bene e del Male, a quello della felicità e della speranza, a situazioni di grande attualità come il potere dei media, della Massoneria e delle sètte. "Se esiste un modo per distogliere il diavolo da noi, esso consiste nel lasciarci attrarre dalla bontà e dalla bellezza che promanano dal bene e dal nostro Dio e Padre". L'ultimo messaggio del più grande esorcista italiano.
Più che un testamento, "Dio più bello del diavolo" è la storia di un uomo, anzi un ragazzo che, dopo avere combattuto come partigiano e aver ricevuto la medaglia al valor militare, diventa sacerdote paolino e si lancia in una nuova (e ancor più temibile) battaglia, questa volta contro il Male. Che non è una “cosa”, un fatto fisico e banale, né un accidente superficiale, ma una realtà subdola e sottile, che intreccia e allunga la sua ombra sulla quotidianità, assumendo pratiche e forme differenti (dalle possessioni vere e proprie al dilagare della magia oppure, ad esempio, alla crescente influenza delle logge massoniche).
Una battaglia lunga una vita che conduce, Amorth e il lettore, a una conclusione, che racchiude il senso di ogni esorcismo: solo la bontà e la bellezza di Dio sconfiggono la Bestia, come la luce che cancella la tenebra.
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