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Un libro per i lettori "in cerca", chiunque essi siano, credenti o meno: per coloro che non hanno smesso di interrogarsi sul senso della propria esistenza e per coloro che la vita ha obbligato a riflettere sul destino dei propri cari perduti, magari drammaticamente. L'autore, partendo proprio da una personale esperienza di dolore e di perdita, con un linguaggio semplice ma mai banale, e con ricchi esempi tratti dalla propria vita, dai testi di pensatori anche laici e dalla testimonianza dei grandi mistici, ci conduce nel complesso cammino della riflessione su ciò che attende l'uomo alla fine della sua vita, senza evitare le domande più estreme e non rinunciando alla presentazione della dottrina cristiana tradizionale. Un percorso in cui, partendo dall'inesauribile attesa del bene che ciascuno di noi vuole per sé e per i propri cari, conduce il lettore alla comprensione del mistero della vita eterna, così come è pensata da Dio per noi: vita in Cristo, da risorti. Un libro che regala speranza e ci invita a non aver paura del morire, poiché la morte è, per l'uomo "che cerca", non fine di ogni cosa, ma atrio alla vita eterna. Un percorso tra fede e ragione, per non smettere di interrogarci su quello che ci attende dopo la morte e sul senso ultimo della vita nostra e di quella dei nostri cari.
Dio non “fa” morire nessuno. Lui è il Dio della vita, e non vuole la nostra morte. Si muore, invece, per cause naturali – malattie, vecchiaia –, per la libertà propria o altrui – suicidi, omicidi –, per fatalità – un errore nella guida, una distrazione…
Dio conosce i nostri giorni. Li ha contati fin dal principio. Conoscendo l’ora della nostra morte, non ci sottrae a essa, ordinariamente – salvo miracoli che rientrano nella sua divina sapienza, i quali sono però molto rari: Gesù ha resuscitato Lazzaro e pochi altri, così pure ha guarito diversi malati, ma non tutti. Però ci prepara tenendo conto del tempo a nostra disposizione.
Dall’Introduzione dell’autore
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