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Il libro nasce avendo come pretesto il passo del Vangelo dei discepoli di Emmaus. Suo scopo è quello di riscoprire tutto l'umano che c'è alla base di chiunque viva l'esperienza della fede o dell'incredulità. Ecco il motivo per cui l'opera è divisa in due parti. Nella prima sono affrontate cinque tematiche: Autenticità, Amicizia, Inquietudine, Senso e Nostalgia, che conducono il lettore a calarsi nella propria umanità e a riscoprire quella che i più considerano una malattia, l'essere umani con tutta la fragilità che esso comporta. Nella seconda parte è offerta una riflessione teologica a partire da quattro immagini: Locanda/Chiesa; Tavola/Condivisione; Lo spezzare il pane/Fede; Tornare indietro/Annuncio. In fine, in appendice una rilettura della vita di San Paolo, come l'uomo che più di ogni altro ha fatto sintesi tra tutti gli aspetti che i capitoli precedenti hanno trattato. Uno sguardo nuovo sulla propria umanità, facendo eco alle parole di Gesù di essere venuto per i malati e non per i sani. Solo a partire dall'ammissione della propria umanità, Cristo può operare una guarigione, cioè una riconciliazione del nostro umano. Ma non può esserci guarigione per chi non si considera malato perché troppo intento a convincersi e a convincere di essere perfetto, o come dice il Vangelo, giusto.
Recensione di Solo i malati guariscono. L'umano del (non) credente
Una meditazione esistenziale e spirituale dell’episodio dei discepoli di Emmaus, narrato nel vangelo di Luca.
Il cammino spirituale dell'uomo è un’impresa difficile anche per molti credenti, distolti dall'essenziale talvolta per un'eccessiva attenzione alle dottrine, talvolta per pigrizia.
Il primo passo è riconoscere di essere dubbiosi, mancanti, "malati" perchè...solo i malati guariscono. Solo riconiscendo la nostra fragilità possiamo sentire il bisogno profondo di Dio e sperimentare la gioia di essere guariti.
Epicoco, eccellente divulgatore delle sacre scritture, riesce a calare gli episodi nella quotidianità delle situazioni. Conservando l'autenticità e l'originalità del racconto biblico lo intreccia con l'esperienza concreta di ogni credente. Nelle prime pagine infatti scrive: «Le esperienze sono quasi sempre meglio dei concetti. Le esperienze sono verità in forma di vita. Sono spiegazioni fatte carne. Sono vita che spiega la vita».
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