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Daniele, il coprotagonista del racconto, si imbatte suo malgrado in Marco, un uomo seduto sul cornicione di un palazzo e, almeno in apparenza, intenzionato a togliersi la vita. Sulla falsariga dei dialoghi di platoniana memoria, l'intera narrazione è retta dal fitto scambio di battute, a tratti serrato a tratti ironico, fra i due perfetti sconosciuti.
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